Dichiarazione per il 25 aprile – Rete della Pace

La Rete per la Pace e il disarmo Bergamasca scende in piazza oggi, come ogni 25 Aprile, perché trova radici nella Resistenza e nel suo frutto più significativo, la Costituzione Italiana, perché sa che quei processi storici vanno ricordati e custoditi. Pace, libertà e giustizia sociale sono i grandi obiettivi che la lotta della Resistenza ha posto alla base della sua azione, i principi da cui muovono le nostre azioni come individui e soggetti collettivi. A maggior ragione in questo tempo i valori della Resistenza vanno coltivati, assistendo quotidianamente a quanto esponenti istituzionali e di questo governo dichiarano rispetto a quel periodo storico. Non solo manca una dichiarazione chiara di antifascismo da parte di tali soggetti, ma addirittura ci sono richiami al fascismo espliciti anche da parte del presidente del Senato e da altri esponenti di questa maggioranza. Tutto questo va direttamente a colpire gli ideali di convivenza, inclusione, cura delle comunità su cui si fonda la nostra Repubblica. Quegli stessi ideali che l’antifascismo di ogni epoca ha incarnato, tutelato, difeso e tutt’oggi continua a praticare. La guerra infatti come valore positivo fu una delle idee guida del fascismo e lo stesso dittatore non abbandonò mai il suo amore per la guerra. La cultura di pace, alla cui promozione la Rete è chiamata a contribuire fin dalla sua nascita, si riconosce e rispecchia negli ideali dell’antifascismo. Pace, libertà e giustizia sociale sono i grandi obiettivi che la lotta della Resistenza ha posto alla base della sua azione, sono i valori sui quali è costruita la nostra Costituzione e la Repubblica, i principi da cui si muovono tutte le nostre azioni: come individui o soggetti collettivi. Guardiamo al presente e vediamo come il fascismo continui a presentarsi come il pensiero antidemocratico che nutre l’organizzazione dell’odio fino a farla diventare programma politico e ripetiamo, istituzionale. Come Rete per la Pace e il Disarmo Bergamasca, alla costruzione dell’odio, alla paura dell’Altro, chiediamo politiche aperte verso i popoli che fuggono da conflitti e cambiamenti climatici, impedendo stragi nei nostri mari, generando ponti e non muri, è necessario rispondere con tutta la forza delle nostre azioni, insistendo nella costruzione di comunità aperte, attente, capaci di prendersi cura di tutte e di tutti. Non possiamo arrenderci al ritorno di un odio generalizzato e del fascismo, alla violenza diffusa, non importa se si manifesta nelle righe di un sito web o in una frase detta durante la registrazione di un podcast, nell’agguato squadrista fuori da una scuola a Firenze o ai braccianti nel foggiano o in una aggressione in via Spaventa, a Bergamo, o nella cieca ottusità di fronte alla necessità di fronteggiare la violenza di genere e quella omo-bis-trans-fobica. Costruire una cultura della Pace significa praticarla nel quotidiano e insistere affinché la politica rispetti il dettato costituzionale. Da oltre un anno assistiamo al continuo invio di armi in Ucraina da parte del nostro Paese, in aperto contrasto (quando non violazione) dell’art. 11. Ripudiare la guerra significa lottare per la realizzazione della democrazia, per la difesa dell’antifascismo nel senso più autentico del termine. Chiediamo con forza e a gran voce alla politica di muoversi affinché l’Italia e l’UE alla politica di sostegno militare all’Ucraina sostituiscano una politica che metta al centro la necessità di una soluzione negoziale del conflitto in essere. Chiediamo un immediato cessate il fuoco e l’avvio di trattative tra Russia e Ucraina. La società civile, il popolo italiano, non vuole la guerra, ma la Pace. No alle armi e alla terza guerra mondiale, sì al negoziato e alla diplomazia. La situazione internazionale è in totale ridimensionamento; non è più possibile affidare la difesa dei propri interessi alla forza militare. Ogni potenza, ogni nazione e anche un organismo come la NATO devono capire che la guerra ci porta verso la distruzione del pianeta. L’unica possibilità per un futuro si trova nel rispettare l’ecologia e soprattutto nel mantenere la pace attraverso il dialogo e le trattative abolendo ogni conflitto armato Tutti questi elementi ci indicano la parte da cui, anche oggi, bisogna stare. Ora e sempre Resistenza, 25 aprile 2023

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