Adesso Anzaldo respira meglio. È arrivato l’impianto che genera ossigeno, fondamentale per migliorare i servizi del nostro ospedale, evitandoci di dover ricorrere al faticoso e precario rifornimento che abbiamo sostenuto, dal primo giorno, trasportando le bombole avanti e indietro dalla città. Un grande passo avanti, un nuovo servizio che rende l’ospedale più indipendente e più sicuro. In particolare nel caso in cui si dovessero ripetere emergenze, anche protratte nel tempo, come quelle che abbiamo provato durante la pandemia, quando l’ossigeno è venuto a mancare e nemmeno era possibile ricaricare le bombole in città, i cui impianti erano insufficienti per far fronte alla domanda improvvisamente esplosa.
Oltre a nuove possibili pandemie, che naturalmente mi auguro non si verifichino, produrre ossigeno in proprio è importante per la nostra attività chirurgica, che ci può porre di fronte a momenti di necessità straordinaria.
In particolare, nel nostro paese è importante poter contare su una riserva d’ossigeno per far fronte agli imprevedibili ma frequenti ‘bloqueos’, i blocchi stradali in cui sfociano spesso gli irrisolti conflitti sociali, che improvvisamente paralizzano il normale traffico stradale anche per giorni: si tratta di un metodo di lotta cui ricorre la popolazione per far valere le proprie rivendicazioni e ottenere risposte immediate dalle autorità. In caso di tensioni sociali, la nostra limitatissima scorta di bombole ci poneva in una situazione precaria.
In occasione della festa di inaugurazione l’emozione è stata forte: si è trattato di una giornata da ricordare, che mi ha fatto rivivere la gioia piena che assaporavo da piccolo, quando Santa Lucia arrivava di notte portandoci i doni e colmandoci di felicità.
L’impianto ora in funzione è un sogno che si avvera: appena alimentato con la corrente, ha subito dato all’ospedale ossigeno puro e compresso caricando alcune bombole. Ma non è finita così, perché presto collegheremo il nuovo impianto alla già esistente rete di distribuzione, passaggio ulteriore che ci libererà anche dal dover ricorrere alle scomode e ingombranti bombole.
Arrivato da Grosseto, collaudato e corredato da attrezzature di ultima generazione, il generatore può stare tutto in un container che, al bisogno, può essere spostato senza difficoltà: in Italia generatori identici sono in dotazione a protezione civile, vigili del fuoco ed esercito.
La lista delle persone da ringraziare per la concreta e provvidenziale solidarietà dimostrata è lunga, a testimonianza della generosità che resiste nelle nostre radici bergamasche. La risposta solidale di amici e persone che hanno raccolto l’appello, che avevo lanciato attraverso i mezzi di comunicazione nei tempi più bui della pandemia, non si è fatta attendere; e ciò ha permesso di raccogliere in poco tempo la somma necessaria per l’acquisto dell’apparecchiatura. Così, insieme, abbiamo raggiunto un obiettivo che inizialmente poteva apparire una chimera. Il container è arrivato giusto una settimana prima dell’inizio della già programmata visita in Bolivia del Vescovo di Bergamo, Francesco Beschi, per celebrare i sessant’anni della presenza dei missionari bergamaschi in questo Paese.
Questa coincidenza ha fatto sì che il Vescovo, accompagnato da una delegazione, nella sua visita ad Anzaldo abbia potuto portarela sua gradita benedizione all’impianto inaugurato per l’occasione, condividendo con noi questo giorno di grande gioia.
Ora l’ossigeno da noi prodotto servirà non solo l’ospedale, ma anche il Centro Comunale di Salute del paese, che da noi potrà ricaricare gratuitamente le sue bombole. Si tratta di un provvidenziale miglioramento per la salute di questa area, frutto della collaborazione di molti, come molti saranno i pazienti che ne trarranno beneficio. Rimane un segno tangibile dell’azione solidale di molte persone che, silenziosamente, hanno dimostrato che insieme è possibile ottenere risultati sempre migliori, al servizio della salute e della vita di chi ha bisogno.