Emma e l’ambulatorio Oikos. Chi se non io, e se non ora quando?

di DANIELE ROCCHETTI 17 GENNAIO 2019 ·

Chi era Emma

Nei giorni scorsi a quasi novant’anni è morta Emma Manzoni Arnoldi. Ai più forse questo nome dirà poco eppure per quanti hanno avuto il dono di conoscerla, Emma ha rappresentato la figura di una donna di valore, un’aclista appassionata, una credente aperta al mondo. Rimasta presto vedova con due figli piccoli, si è rimessa a lavorare custodendo comunque le sue passioni di sempre: l’impegno nelle ACLI, la sua “seconda” casa, quello civico, nel paese di Pedrengo dove era andata ad abitare con il marito, l’attenzione agli ultimi e a coloro che fanno più fatica.

Una donna che ha cercato di fare propria, con la sua testimonianza, la lezione di Mounier: l’avvenimento sarà il tuo maestro interiore, i fatti della vita quotidiana e le persone in carne e ossa la bussola per ritrovare la direzione di Dio fatto carne.

Conservo di lei molte parole buone, il sorriso aperto e la forza mite dei suoi interventi a favore dei diritti delle donne e dei giovani, il gusto della curiosità e l’importanza della formazione, l’invito ad una fede che abbia sempre la cura della città e del mondo. Una donna impegnata fino alla fine(quanto ha fatto per le Missioni e per l’Associazione delle vedove!), dallo sguardo lucido, sempre avanti, segnato da un ottimismo che non nascondeva le pieghe della vita e della storia ma trovava fondamento nella frequentazione quotidiana della Parola.

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