“VIVIR BIEN EN AMAZONIA”: PROGRAMMA DI SOVRANITA’ ALIMENTARE E SVILUPPO UMANO NELLA PROVINCIA DI ZAMORA-CHINCHIPE
Il progetto, realizzato con il contributo dei fondi dell’8xmille alla Chiesa Cattolica, è stato scritto in collaborazione con Pastoral Social Caritas Ecuador, partner locale con cui già Celim Bergamo ha lavorato in passato. Le attività avranno luogo nella provincia di Zamora Chinchipe, nell’Amazzonia ecuadoriana, dove è purtroppo abitudine quotidiana convivere con stili di vita dannosi per la salute, soprattutto nelle famiglie più povere, anche a causa dell’inquinamento atmosferico e della cattiva gestione di rifiuti tossici. Il progetto è la continuazione di un precedente intervento conclusosi nel 2018 e operante nello stesso ambito: l’obiettivo è quello di promuovere la formazione della comunità sulla sicurezza e sulla sovranità alimentare, sul commercio equo, sul consumo responsabile e sull’agroecologia.
Si punta a
migliorare la disponibilità di cibo a livello familiare e la
commercializzazione del surplus sulla base di rapporti socio-economici equi,
oltre che a promuovere la cultura finanziaria di base attraverso gruppi di
risparmio e credito.
Caritas Ecuador è un partner rodato su questi temi, occupandosi già da tempo di
formazione, di economia sociale e solidale e di sicurezza alimentare.
Attraverso le attività del progetto si cercherà di promuovere un empowerment locale,
che possa garantire risultati, sostenibilità e replicabilità nel lungo periodo.
LOTTA ALLA MALNUTRIZIONE INFANTILE NEL NORD DEL BURKINA FASO
Celim
Bergamo ha contribuito al progetto di LVIAin corso in Burkina Faso:
Il progetto
“Lotta alla malnutrizione infantile nel nord del Burkina Faso” garantisce
l’attivazione di presidi sanitari nella provincia dell’Oudalan (80 in tutto) in
zone remote, di difficile accesso e prive di centri di salute funzionali
attraverso attività di formazione e supervisione di agenti comunitari (2 per
ogni presidio) e la loro dotazione in stock di medicine, integratori
nutrizionali e piccole attrezzature mediche. Questi agenti sono così in grado
di offrire primo soccorso e assistenza medica di base nei villaggi e di
organizzare in caso di necessità il trasferimento dei casi più gravi presso il
centro di salute più vicino o direttamente all’ospedale di Gorom-Gorom, il
capoluogo provinciale. Si sostengono quindi anche i centri di salute ancora
funzionali ma sotto pressione per la presenza degli sfollati (più di 70.000 al
31/21/2021), nonché la pediatria dell’ospedale, mettendo a disposizione
infermieri e volontari e altro personale sanitario. Si realizzano inoltre
campagne di screening presso le comunità di sfollati per identificare i casi di
malnutrizione acuta severa e campagne di sensibilizzazione e educazione
nutrizionale rivolte soprattutto alle donne incinte e alle mamme con bambini
piccoli. Il progetto si realizza all’estremo nord del Burkina Faso, area
infestata ormai da anni da gruppi armati di matrice jihadista che terrorizzano
le popolazioni forzandole ad abbandonare i loro villaggi e costringendo alla
chiusura scuole e centri di salute.
Rinnovare
l’azione sociale della Chiesa attraverso lo sviluppo umano integrale
INIZIO: giugno
2015
FINE: maggio
2018
FINANZIATO
DA: Conferenza Episcopale Italiana (CEI) e Caritas Ecuador
ONG
COINVOLTE: CELIM BERGAMO ODV, VARIE ONG FOCSIV + PARTNER LOCALE (CARITAS
ECUADOR)
Obiettivo
Il progetto
“Ecuador: Rinnovare l’azione sociale della chiesa attraverso lo sviluppo umano
integrale” ha come obiettivo generale “promuovere un modello di formazione e di
azione basato sullo Sviluppo Umano Integrale che partendo dalle premesse etiche
e sociali, rinnovi e arricchisca le capacità di accompagnare efficacemente le
comunità più emarginate nella trasformazione delle loro condizioni di vita
attraverso il raggiungimento della sovranità alimentare delle famiglie e il
miglioramento della salute, promuovendo attività socio-produttive per aumentare
le loro fonti di reddito, favorendo l’associazionismo e la cittadinanza attiva,
attraverso un lavoro di rete a livello nazionale e territoriale/locale, a
livello di giurisdizioni ecclesiali.”
Luogo
La provincia
di Cotopaxi è una delle provincie della Sierra dell’Ecuador. L’ultimo
censimento del 2011 fissa il numero della popolazione in 409.205 abitanti, di
cui 51.5% donne. Le fasce d’età più numerose sono quelle comprese fra 0 e 14
anni mentre esiste una forte diminuzione, dovuta per lo più alla migrazione
verso le città per motivi di studio o dovuti alla ricerca di lavori migliori,
nella fascia d’età dai 20 ai 40 anni.
Alla
diminuzione della percentuale di popolazione nelle fasce d’età produttive, la
provincia del Cotopaxi affianca una importante fetta della popolazione
indigena, il 24.1%, che appartiene al Pueblo Panzaleo, in crescita rispetto al
censimento precedente del 2001 quando la sua percentuale era del 22.1%. La
popolazione indigena, insieme alla popolazione femminile, rappresentano i
gruppi più esclusi dallo sviluppo sociale e umano che l’Ecuador sta vivendo
negli ultimi anni. Sempre grazie ai dati dell’ultimo censimento 2011 è
possibile osservare come su una popolazione femminile in età lavorativa di
166.048 donne, solo il 42.9% sia impiegata in qualche attività economica,
attività che nella maggior parte dei casi sono collegate all’agricoltura e/o a
lavori elementari, come venditori ambulanti, domestiche o braccianti
occasionali. In generale, sia donne che uomini, hanno difficoltà a trovare
lavori più qualificati, riversandosi poi su lavori occasionali che non
permettono alle famiglie di ottenere un livello di reddito degno.
La
parrocchia di Puerto Limón è una parrocchia rurale del cantone di Santo
Domingo, nella provincia di Santo Domingo de los Tsáchilas. La sua popolazione
è di 8.833 abitanti. I residenti di questa zona si dedicano all’agricoltura e
all’allevamento.
La maggior
parte dei terreni coltivati (72%) della parrocchia proviene da piccole unità
produttive, di dimensioni inferiori ai 5 ettari, come per esempio le
coltivazioni di: pomodori, limoni, ananas, papaya, yucca, caffè e avocado. Il
prodotto più importante è la banana. La zona è conosciuta anche per
l’allevamento e per la produzione di latte e carne di ottima qualità. La
malnutrizione cronica tra bambini e bambine di età inferiore ai 3 anni è del
25%.
Il progetto
Il progetto
vuole promuovere, nelle giurisdizioni ecclesiali coinvolte, nuclei di
riflessione e azione che, basandosi sulla filosofia dello Sviluppo Umano
Integrale, accompagnino le comunità rurali coinvolgendole nella trasformazione
delle loro condizioni di vita, garantendo la sovranità alimentare delle
famiglie e la loro salute integrale, migliorando gli ingressi familiari e le
loro attività produttive, rafforzando l’associazionismo e la cittadinanza
attiva.
Il progetto,
senza trascurare l’importante compito della formazione ispirata alla Dottrina
Sociale della Chiesa, vuole dotare i leader comunitari, principalmente giovani
e donne, degli strumenti necessari sia per lo sviluppo integrale delle
comunità, sia per la formazione tecnica specifica che permetta di migliorare la
gestione produttiva e la commercializzazione di prodotti agricoli e non.
Una prima
fase di identificazione delle comunità, effettuata attraverso uno studio
approfondito delle realtà sociali già esistenti, dalle esperienze produttive
alle reti commerciali ed istituzionali, è risultata fondamentale per il
coinvolgimento diretto delle diverse comunità, coinvolgendole sin dal primo
momento nella definizione delle reali necessità presenti all’interno dei
territori.
Nel corso
degli anni si sono andate consolidando e ampliando le attività e nello
specifico la costituzione di un gruppo di volontarie della comunità che saranno
accompagnate, coordinate e supervisionate nelle fasi di organizzazione e
realizzazione delle attività di sensibilizzazione e formazione delle comunità
rispetto alla sicurezza alimentare, l’implementazione delle iniziative di
commercio solidale delle quali siano beneficiari i piccoli produttori della
parrocchia e delle iniziative agricole con approccio agro-ecologico (rotazione
delle coltivazioni) come possibilità alternativa di produzione, consumo e
vendita di alimenti sani nel contesto della sicurezza e della sovranità
alimentare. Partecipazione alle Ferie locali.
BOLIVIA: Una
goccia di salute
FINANZIATO
DA: Conferenza Episcopale Italiana (CEI), Diocesi di Bergamo, Diocesi di
Brescia e di Gubbio
Obiettivo
Prendersi
cura dei pazienti in forma completa, garantire una migliore assistenza
sanitaria alla popolazione residente nell’area rurale di El Alto, coinvolgendo
assistenti sociali, volontari nazionali e internazionali, catechisti,
missionari laici, personale sanitario e autorità locali che vivono e lavorano
in nove parrocchie delle Diocesi. In tal senso, si è provveduto a realizzare
visite domiciliari mensili con le realtà sanitarie della Chiesa Cattolica e dello
Stato Boliviano. Tra gli obiettivi specifici portati avanti, si rammentano: lo
studio e la presa di contatto con le realtà sanitarie dell’area rurale e
l’offerta sanitaria disponibile nell’area urbana; la collaborazione tra
ospedali, consultori e parrocchie dell’area rurale e l’offerta sanitaria
presente nell’area urbana; l’individuazione di giorni di visita mensili nelle
differenti parrocchie e missioni per curare i pazienti, fare educazione
sanitaria e appoggiare il lavoro del personale già attivo; l’accompagnamento
del paziente, trasferito per problemi di salute in città, seguendolo durante il
ricovero e il trattamento a domicilio, aiutando i familiari; costruzione di
reti comuni volte a stabilire ospedali e consultori parrocchiali e
statali, case di accoglienza, unità di cure palliative etc.